Le case di cura rischiano di chiudere. I privati: la Regione vuole toglierci la convenzione per la diagnostica, ma noi facciamo un milione di prestazioni l’anno

29-10-2012

www.iltirreno.it             10/26/2012

FIRENZE (Carlo Bartoli) - Con i nuovi tagli che la Regione ha prospettato agli operatori, la sanità privata rischia di chiudere i battenti in Toscana. Questo è il grido di allarme lanciato da Aiop, l’associazione che raccoglie le strutture ospedaliere private, e Confindustria, per le sorti di un settore che raggruppa in Toscana 29 istituti e garantisce il lavoro a quasi 2.100 dipendenti diretti e ad altri 900 addetti legati da rapporti di lavoro professionali. Ma a colpire è l’anticipazione che Maurizio De Scalzi, presidente di Aiop Toscana, e Francesco Matera, presidente della sezione Case di cura di Confindustria Firenze, hanno dato delle intenzioni della Regione. Nel corso del prossimo anno verranno infatti revocate le convenzioni per la diagnostica agli istituti privati e tutta la richiesta graverà sulla sanità pubblica, con un prevedibile assalto dei Cup da parte degli utenti. Il secondo botto lo fa Francesco Matera: «La Regione ci ha detto - afferma - che dovranno essere tagliati 2mila posti letto in Toscana». Dunque, una riduzione ben più drastica di quello che si ipotizzava prima dell’approvazione da parte del governo degli ultimi tagli. Un vero e proprio cataclisma, insomma, che però l’assessore regionale alla sanità Luigi Marroni non smentisce e non conferma: «Il piano è ancora allo studio - afferma - e soltanto alla fine avremo numeri e ipotesi definite. Queste affermazioni non giungono dal mio staff». Per la cronaca, l’assessore aveva sempre sostenuto che il numero dei posti letto tagliati sarebbe stato di 6/700 unità e che sarebbe stato effettuato senza chiudere neppure una clinica. Una riduzione di 2mila unità su un totale di poco più di undicimila letti difficilmente potrebbe, se confermata, non comportare conseguenze drastiche. L’effetto della possibile manovra sulla sanità, se verranno confermate le indiscrezioni anticipate da Aiop e Confindustria, è molto pesante. «Verranno tagliati duemila posti letto - insiste Matera - ma per noi l’abbattimento c’è già, perché nelle nostre cliniche, per effetto dei tetti imposti dalla Regione, i posti letto hanno una percentuale di occupazione di appena un terzo e questa ulteriore contrazione della disponibilità di ricovero provocherà un aumento del trasferimento dei pazienti toscani verso altre regioni, con conseguente aggravio per i conti della Toscana. Quanto alla diagnostica, dato che gli istituti privati forniscono in un anno circa un milione di prestazioni, vorrà dire che molti toscani dovranno frugarsi» e quindi rivolgersi al privato non convenzionato. «Con lo sconvenzionamento totale dei centri privati - chiosa De Scalzi - che avverrà già nel corso del 2013 si intaseranno le liste di attesa già congestionate». I tagli imposti direttamente o indirettamente dal governo sono forti, ma gli operatori privati pensano di essere le vittime predestinate dalla spending review sanitaria toscana. «Siamo consapevoli delle difficoltà del momento - chiarisce De Scalzi - e che la Regione sia in difficoltà nel far quadrare il bilancio, ma da quanto ci è stato anticipato, verranno proposte delle misure in grado di minare il nostro sistema con il conseguente rischio di chiusura per tutte o quasi le strutture». Per le case di cura private che si occupano degli acuti, De Scalzi preannuncia un piano tutto lacrime e sangue con l’obbligo di svolgere il 70% degli interventi con personale non proprio, ma inviato dalle Asl, con la gestione dei ricoveri trasferita ai Cup, con l’esproprio degli interventi più impegnativi e una conseguente dequalificazione e con la riduzione della mobilità dei pazienti tra le tre Aree vaste toscane. Per le cliniche private impegnate nella cura dei cronici, ci sarebbero forti penalizzazioni nel campo della riabilitazione e delle cure intermedie. Insomma, secondo De Scalzi, saremmo di fronte, se non ci sarà un cambio di rotta, a «un attacco alla sanità privata accreditata». Secondo Matera, la Regione ha in mente delle soluzioni di sanità low cost: «Vogliono trasformare le nostre strutture - aggiunge - in cliniche in service. Noi diciamo che verremmo trasformati in affittacamere, anche se la nostra efficienza è più elevata di quella delle strutture pubbliche». Al proposito, Matera lancia una sfida: «Siamo disponibili a rilevare un qualunque ospedale pubblico toscano in disavanzo e siamo certi - afferma - di riportarlo in pareggio nel giro di tre anni».